Ciascuna epoca presenta mezzi diversi per combattere l’ignoranza, quel buio che degrada l’uomo, impedendogli di praticare la vera morale naturale.
Se i Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense nei tempi passati erano costretti quasi a nascondersi per fare del bene, grazie a quei martiri, adesso possiamo, per comunicarci le idée, e accordarci sui mezzi che ci possono portare con grandi passi verso l’obiettivo della società usiamo la stampa, internet e tutti i mezzi che la società può metterci a disposizione.
Ecco dunque lo scopo di questo articolo o lettera verità.
Illuminiamoci gli uni con gli altri per essere degni di applicare, propagare e dirigere i principi morali universali, per la libertà e prosperità della nostra terra, per il bene dell’umanità mettiamoci in posizione, con un accordo perfetto fra fratelli, per diffondere la luce in tutte le classi della società, perché solo così raggiungeremo la perfezione, questo grande scopo al quale tende tutto il mondo.
Cerchiamo di attirare la buona volontà degli uomini potenti per la nostra terra, lavorando per il suo sviluppo.
L’attuale preoccupazione generale è, oltre alla filantropia, attivare lo sviluppo morale e materiale della campagna, educando e istruendo gli abitanti e aiutando gli agricoltori, i commercianti e ancor di più gli industriali, in modo che diano molti posti di lavoro.
A questo scopo la Fratellanza dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense, tra le altre donazioni, si e’ impegnata in Costa d’Avorio ad aprire una scuola per bambini, così che tramite maestri istruiti, molti giovani che, oltre agli studi necessari a qualunque buon cittadino e genitore di famiglia, impari sistematicamente una professione.
I cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense hanno anche progettato l’apertura di alcune scuole per adulti dove possono insegnare, oltre all’enciclopedia delle scienze, anche le necessarie nozioni per avere una vita morale e fisica, per adesso solo tre professioni: muratore, falegname e fabbro.
Dei giovani che si distingueranno, uno o due, alla fine dei corsi saranno inviati in terre dove la specializzazione di ciascuno verrà perfezionata.
I Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense si occuperà anche nel formare alcune associazioni profane per incoraggiare l’agricoltura; ad ora, si sono fondati ospizi e altri stabilimenti e lavorano in questo senso.
Vediamo con viva soddisfazione che ogni Stato contattato dal Gran Priorato Melitense, si è fatto carica di questa verità, capendo che l’umanità non si rigenererà, che il progresso non sarà ottenuto, fino a quando in tutte le parti del mondo, le società composte dagli apostoli del bene, lavoreranno duramente per realizzare i grandi principi di educazione e istruzione dell’uomo, in modo di migliorare e accrescere la produzione di ciascuno Stato.
Rilevare dai governi profani tutto, anche quando presupponiamo che essi non risparmierebbero neanche un sacrificio per raggiungere questi scopi, tuttavia l’umanità non farebbe che un insignificante progresso.
Veramente i numerosi incarichi e la quantità degli ostacoli dei governi profani, la ristrettezza dei mezzi dei quali i governi possono disporre e, le difficoltà che trovano nel procurare questi mezzi, come l’oppressione causata dalle imposte che loro sono obbligati a pretendere, sono così tante difficoltà, così tante circostanze che paralizzano anche la più forte attività.
L’iniziativa isolata dell’individuo è molto debole e marginale per completare quella dei governi profani e così solo con l’iniziativa di alcune strutture come i Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense del Mondo, può velocizzare e ingrandire il progresso di ogni Stato e dell’umanità in genere.
La necessità e l’utilità di alcune società per l’educazione, scientifica, agricola,
commerciale ed industriale sono indiscutibili.
Il potere delle associazioni è immenso, tutto quello che è umanamente possibile quanto colossale si dovrebbe realizzarlo in associazione?
Quale altro modo di associarsi potrebbe offrire più vantaggio se non quello dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense?
Un apostolato composto di uomini probi, uniti tramite il dolce e sacro legame della fratellanza, degli scopi e del giuramento.
Un apostolato che lavora senza inorgoglirsi dei risultati del proprio lavoro, che si riunisce, discute, decide e lavora con energia e devozione: che non entra mai nelle lotte disastrose della politica militante. — La quale, in tutti i tempi ha bagnato croci, patiboli e templi con il sangue dei suoi membri per il bene dell’umanità; per noi è indiscutibile che si possa, con sicurezza e meglio di qualsiasi altra struttura , far prosperare rapidamente e rigenerare l’umanità.
Per quanto riguarda poi i progressi d’interesse generale un’altra novità ci piace molto: discutere e tracciare una quantità di questioni filosofiche, morali, giuridiche, economiche, etc., in modo che portino avanti i discorsi più espressivi, pro e contro, in modo che possano essere letti e discussi da tutti.
FRATERNITA’
La fratellanza tra i Cavalieri è un legame intimo, un’unione basata sull’uguaglianza, un’alleanza vera con sentimenti di affetto, ecco come si può definire la fraternità; qualunque altra definizione è pallida e arbitraria soprattutto ogni volta che si vuole imporre un nome a un’idea tanto importante quanto quella della fratellanza.
L’idea si sente, si rappresenta con una parola, ma non è mai definibile con precisione: il più sublime sentimento è la Fraternità, essa comprende in se la vera amicizia che è sempre stata la passione dei grandi cuori.
E sacro e naturale il legame di parentela che esiste fra due persone generate dallo stesso padre, le leggi naturali e civili lo riconoscono e lo sanciscono, ma non è questo l’oggetto dei nostri interessi.
Qui parliamo dell’affetto che deve esistere tra tutti gli uomini, che discendono da un autore comune con il fine di vivere nella società, avendo da compiere gli stessi interessi e gli stessi scopi: parliamo della stessa unione che deve regnare tra i membri del genere umano, i quali devono assolutamente essere forti per affrontare la lotta generale imposta dai pregiudizi, vizi e corruzione; parliamo in fine, di quel sentimento che risiede negli uomini che praticando i precetti delle virtù, vedono nel suo simile un vero fratello, l’umanità intera come fosse una sola famiglia?
Basandoci sulle tradizioni ci innalziamo, gli uomini non hanno forse gli stessi elementi nella loro organizzazione fisica e morale?...
Per le leggi della natura gli uomini sono fratelli, uguali tra loro, per diritti e doveri.
“Dio non ci ha fatto né piccoli, né grandi, né padroni né schiavi, neppure re, né sudditi: Lui ci ha fatto tutti uomini uguali.”
Se a causa dell’ignoranza e della corruzione, da una parte, e dall’altra parte a causa dell’invidia, dell’orgoglio e del despotismo, gli uomini hanno soffocato quel sentimento naturale e hanno distrutto l’uguaglianza che dovrebbe vigere tra di loro, non è allora dovere di quelli virtuosi di ristabilire l’ordine naturale?
Ma quali potrebbero essere i rimedi per distruggere questi effetti del male?
Qualunque individuo che mantiene la facoltà di pensare risponderà sicuramente:
“Sradica le cause e gli effetti spariranno immediatamente”.
Illumina l’individuo che compone la società, e la gente indignata dall’umiliazione che gli s’impone, respingerà con disprezzo la tirannia sotto ogni sua forma che gli si presenti; moralizza l’uomo, fallo degno di camminare sulla strada del bene e della virtù, e il sentimento del male, e le predisposizioni viziose, andranno in fumo.
Com’è difficile nonostante tutto concretizzare questi impegni: coloro che vorrebbero intraprenderli da soli, tenterebbero l’impossibile, si sgretolerebbero al primo ostacolo che troverebbero sulla loro strada.
Per quanto l’umanità, sotto il potere dell’egoismo, non penserà che a interessi meschini e staranno divisi, l’oppressione e le sofferenze saranno generali e permanenti.
Se veramente si volesse concretizzare e realizzare, l’unione per quanto non sarebbe facile per le troppe differenze mentali, almeno potrebbe essere realizzabile; ma questo non è sufficiente, perché con tutte le difficoltà che comporterebbe nel mettere d’accordo gli uomini dei popoli; un’unione temporale, un’unione poco solida, sarebbe solo inefficace, e perniciosa’: Il genio del male la dissolverebbe, e nel suo trionfo soffocherebbe per sempre, ogni idea di verità, libertà, uguaglianza e patria.
Perché l’unione possa essere compatta, perché l’unione produca forza, essa deve essere strettamente legata con il sentimento della fraternità, tramite quell’amore che la nascita produce tra i figli dello stesso genitore; lavorare uno contro l’altro, quello è un crimine, bensì, bisognerebbe aiutarci mutualmente in tutti gli atti della vita.
Solo capendoci e amandoci l’un l’altro, i membri delle società proseguiranno sulla strada del bene e della civilizzazione, senza ulteriori martiri della libertà e falsi apostoli della verità.
Se ci costringiamo a mantenere nei nostri cuori questo nobile affetto cercando di non abbandonarlo mai il mondo sarebbe un vero paradiso.
Correggiamoci l’un l’altro, ma con lo stesso amore che la natura ha messo nei cuori dei fratelli, facendoci così degni del nome di Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense: per questo scopo non dobbiamo risparmiare alcun sacrificio, perché se così facessimo, diverremmo un gregge sperduto; dunque dobbiamo fare l’impossibile per fare brillare nei cuori dei profani la fraternità universale, perché possano lottare con noi per la verità, diritto e patria.
ALCUNE DOMANDE! ALCUNE RISPOSTE! IMPEGNI SOCIALI!
TESI FILOSOFICHE
Come può la formula dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense conciliarsi con qualsiasi convenzione filosofica?
Come può la formula dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense di Libertà, Uguaglianza, Fraternità essere la sintesi del concetto del progresso Umano illimitato e indefinito?
Vi e’ forse qualche confessione religiosa che si oppone al concetto di Fratellanza dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense?
Assolutamente NO, perché i Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense abbracciano ogni religione che crede in DIO, con qualsiasi nome gli esseri umani lo preghino o gli diano.
TESI SOCIALE
Argomenti per combattere la teoria giuridica della pena capitale e i mezzi per impedirne l’applicazione.
Argomenti per combattere la teoria della necessità delle guerre e mezzi per impedirle.
TESI SIMBOLICHE
Fare conoscere al mondo la storia, i riti, le principali regole e simboli dell’Ordine.
Divulgare quali sono i principali simboli, comuni a tutti i riti dei vari rami dei Cavalieri di Malta dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, e come affermano la loro unità ed il concetto filosofico e umanitario dell’apostolato?
Sviluppo storico della dei Cavalieri di Malta del Gran Priorato Melitense nelle diverse epoche, secondo il linguaggio e il simbolismo della Cavalleria.
TESI STORICHE
Quali sono le vere origini che si possono attribuire ai Cavalieri di Malta?
In quali epoche antiche le manifestazioni della vita pubblica nel mondo, anche tra i più profani possono avere constatato l’esistenza e il lavoro unitariamente costruttivo dei Cavalieri di Malta?
Che documenti (libri, pergamene, medaglie, pitture,sculture, mosaici, giornali, etc.) delle precedenti esistenze storiche dei Cavalieri di Malta sono possedute e conosciute nei diversi luoghi del mondo?
TESI RITUALI
E’ ammessa la libertà di tutti i Riti religiosi che credono in Dio.
Ammesso che molti rami dei Cavalieri di Malta dell’Ordine di San Giovanni, semplificano in molte parti le Cerimonie e Rituali delle investiture; quali sono i riti che durante le cerimonie in nessun caso possono essere omessi?
TESI GIURIDICHE
Se nei tempi antichi esisteva a seconda dei gradi un certo carattere di servilismo, ora nella nostra era ogni Cavaliere stando allo Statuto ha gli stessi diritti e doveri?
Se un Cavaliere dopo che si è dimesso dalla sua carica operativa conserva sempre il carattere Cavalleresco, gli si possono applicare le procedure Cavalleresche nel caso fosse incolpato di qualche delitto, sia Cavalleresco che privato?
Come i principi della solidarietà Cavalleresca non permette mai ai Cavalieri, in considerazione della fratellanza, di favorire l’ingiustizia e di non esitare un solo momento nel compiere rigorosamente i loro doveri anche se profani.
TESI FINANZIARIE
Quali sono i mezzi con i quali la Cavalleria può acquisire la ricchezza necessaria al raggiungere il suo scopo?
Come potrebbe la Cavalleria costituire un credito gratuito in favore dei fratelli industriali per permettere a loro di intraprendere e sostenere bene e onestamente le industrie profane?
Quali sono i mezzi più giusti con i quali si potrebbero costringere i Cavalieri a pagare regolarmente le quote?
GIUSTIZIA
La giustizia è da sempre la grande divinità degli Imperi, la sola Provvidenza delle nazioni, ed è il diapason delle virtù che le giudica tutte.
Anticamente la riconoscevano con il nome di Astree (nella mitologia greca dea figlia di Zeus e della titanide Temi, personificazione della giustizia insieme alla madre), gli uomini l’hanno chiamata Themis, e le divinità la chiamavano semplicemente Verità.
Gli antichi, nel loro linguaggio allegorico, dicevano che la giustizia è la figlia della verità e le davano come sorella la virtù, per loro, la verità in se è figlia di Saturno, cioè il tempo.
Perché gli antichi fecero due creature distinte della giustizia e della virtù?
O meglio perché non decisero che la virtù nascesse dalla Giustizia?
Può essere un uomo virtuoso e ingiusto allo stesso tempo?
Ma se non ci precipitiamo a biasimare i nostri padri, questa contraddizione comprende in se una lezione di grande significato.
La virtù creatura collettiva, sottintende tutti i doveri dell’uomo: Pietà filiale, Amore coniugale, temperanza, Carità, Modestia, amor di patria, coraggio civico,etc.
Ma quale di questi doveri non presuppone la giustizia?
La Giustizia è anteriore a tutti, è troppo importante per fare di lei solo una semplice parte della virtù.
Questo è comperato, questo è caritatevole, quello è un buon socio: Decius e Assas si sono donati alla patria, Catone e Hopital sono stati magistrati giusti, Fenelon
(Fénelon, pseudonimo di François de Salignac de La Mothe-Fénelon, è stato un religioso, teologo e scrittore francese), è stato distrutto dal suo prossimo,Vincent de Paul è stato l’apostolo della carità, Aod e Brutus hanno distrutto tiranni, Leonidas è morto per il suo Paese, Lycurgue gli fu legislatore.
Chiunque può possedere una o più virtù, ma chi può essere pienamente virtuoso?
Realmente si è fatta della giustizia una creatura a parte, una divinità, per potercene servire con il linguaggio della Mitologia, avendo il culto e i suoi altari separati.
Così che senza giustizia non ci sono che atti di virtù, ma non certamente virtù completa, ma la giustizia può sostituire tutte le virtù, perché, come detto, le comprende tutte.
Per seguire la legge, l’uomo deve essere temperato, dato che l’intemperanza toglie la facoltà di giudicare giustamente, e deve essere caritatevole, così ché si dirà:
“Non è conveniente che io sia allegro quando mio fratello è afflitto e che tenga solo per me i beni che la natura ha creato per tutti, sarà tollerante, perché capirà che non è corretto imporre la propria fede agli uomini, così come lui, non gli si può negare la facoltà di ragionare, ed essere un buon cittadino perché saprà, che questo è un dovere sociale, e sarà ugualmente un buon figlio, buon fratello, buon socio, buon padre, poiché sentirà che questi sono doveri naturali”.
E si dirà:
“La Giustizia chiede di adempiere ai doveri della natura e della società, dato che l’uomo è assoggettato alla legge del dovere, e rispettare tutti gli obblighi che la parola virtù sottintende”.
La saggezza è l’apogeo della virtù.
Chi vuole divenire saggio inizi entrando nel cammino della virtù, la giustizia gli servirà da guida e non dipenderà che da lui essere giusto.
La giustizia è innata nel cuore dell’uomo, che ha come guida la coscienza.
La coscienza non sbaglia mai, e’ il testimone che parla forte senza aspettare di essere interrogato, e’ un giudice integro e aspro che non attende di essere sollecitato per dare la sentenza, e’ inoltre quel boia impietoso che tortura giorno e notte la sua vittima, senza stancarsi mai.
La coscienza,è un accusatore cattivo che si manifesta facendo arrossire la fronte dell’incolpato, toglie dalle sue parole il tono e l’emotività’della verità, in modo che la sua dignità possa incutere rispetto, la coscienza impedisce il suo sonno e sveglia l’uomo spaventandolo, soprattutto quando ad un’ora imprecisata dove viene raggiunto sia negli attimi di solitudine che nelle feste rumorose portando un turbamento spesso mortale.
La coscienza in fine, disse Nemesis (è una figura della mitologia greca, secondo alcuni figlia di Zeus, secondo altri figlia di Oceano e della Notte), e’ la madre dei rimorsi che macinano l’anima e che tace qualche volta sotto il peso del crimine, ma che subito dopo si rialza inesorabilmente ancora più terribile.
O giustizia!
Sì, tu sei innata nel cuore dell’uomo, nessuno può soffocare la tua voce.
La verità e l’errore si disputano il mondo, così è la sorte dell’infima umanità; solo tu sei la stessa ovunque, e qualsiasi sia il culto, qualsiasi siano le leggi, le abitudini, solo tu, non cambi mai.
La giustizia è il fondamento di qualsiasi società, senza di essa due uomini non potrebbero vivere assieme.
La pace della società dipende dalla giustizia.
Pacificate tutti i cuori e avrete fatto tutto per la libertà, la giustizia: la vera giustizia, produce tranquillità; la virtù consiste nel dare l’amore, e automaticamente si avranno gli effetti intellettuali della giustizia.
Il mondo profano si agita in un discordie infinito, l’ambizione e tutte le passioni cattive fanno una Guerra infinita; il ricco disprezza il povero, il forte opprime il debole; ma la giustizia ha pronunciato l’anatema contro l’egoismo del ricco e contro la violenza dei prepotenti.
E voi, Cavalieri del Gran Priorato Melitense dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, scelti tra tanti altri, siate degni di questo alto favore; la giustizia che sia sempre la vostra regola.
E se per un momento la dimenticate, guardatevi allo specchio e soprattutto ponete lo sguardo sull’emblema che portate sul risvolto della giacca “La croce a otto punte” e ritroverete la forza affinché il vostro lavoro, cioè la vostra vita ,sia giusta e perfetta.
La giustizia, fratelli, è la prima lettera del nome di Geova; per sillabare questo nome divino, dobbiamo conoscere il senso di ciascuna lettera che lo compone; così Pythagora (riverito come un grande matematico, mistico e scienziato, ed è meglio conosciuto per la Teorema di Pitagora) ha detto:
“Dio è Dio perché è giusto, infatti questo nome lo si pronuncia solo in preghiera, e va saputo che nel linguaggio primitivo a ciascun nome corrispondeva un essere al quale era applicato”.
La Giustizia è Tzedaka (Giustizia ebraica: e' un precetto positivo dare la Tzedakà ai poveri in ragione di quanto è dovuto al povero, se chi dà ne ha la facoltà, come è detto "Aprirai la tua mano". Chiunque veda un povero che mendica e fa finta di niente e non gli dà la Tzedakà contravviene ad un precetto negativo ed è detto : "Non indurire il tuo cuore e non chiudere la tua mano verso il tuo fratello povero".,, primo gradino della scala misteriosa che
è anche la settima e l’ultima, con il nome di Theobounah; per questo i saggi l’hanno considerata come l’inizio e la fine.
I nostri avi in Egitto leggevano sulla sacra pietra di Sais (città sacra nella quale vi e’ il tempio ove all’interno e’ conservata la sacra pietra):
“Voi per i quali la vita inizia o finisce, ricordatevi che la luce eterna condanna l’ingiustizia”.
Hierophantul (capo prete dei misteri eleusini che erano le cerimonie di iniziazione e si tenevano una volta all’anno), diceva ai suoi primi adepti:
“Andate per le strade della giustizia”.
In Hermopholis (Hermopolis è il nome attribuito dagli storici greci alla località egizia di Khnum, capitale del 15° distretto dell'Alto Egitto che si trovava sulla riva occidentale del Nilo), la prima musa si chiamava allo stesso tempo Isis e Giustizia.
Ho detto, cari fratelli che la giustizia è la base di ogni società.
Non si costruisce sulle sabbie mobili; il cuore dell’uomo ingiusto è più mobile che la sabbia del deserto.
Nulla e nessuno può scappare da questa legge: uomini, imperi, istituzioni, tutto passa dalla giustizia; senza di lei tutto perisce e muore, poiché ogni essere di questa terra è sottoposto a leggi eterne e immutabili.
Quando il grande Principio ha creato migliaia di cose e migliaia di creature, ivi incluso l’essere umano: tutto quello che ha fatto il creatore non è stato fatto esclusivamente per l’umano: lui ha impresso le leggi in tutte le sue opere; queste leggi sono fatte sì che ruotino come un gioco perpetuo, in modo che l’azione e la reazione che risulta dal gioco delle leggi innalzi la catena fino a lui.
Newton è grande perché ha scoperto la legge che governa il mondo fisico; il saggio che conosce quella che governa il mondo morale è ancora più grande di Newton, perché questa scienza lo sosterrà nelle avversità e gli dirà:
“Soffri, spera e segui la legge del mondo morale, è la giustizia che conserva dalla giustizia stessa, se non la si segue, nasce automaticamente la violenza che distrugge”.
Giustamente esaminate e comparate nei secoli le storie di tutti i popoli o nazioni, inizialmente li si vede innalzarsi brillando con un orgoglio ammaliante e poi cadere per non rialzarsi mai più.
Cercando e analizzando gli eventi, si troverà la ragione di questa caduta rovinosa; il più delle volte e’ stata commessa qualche grande ingiustizia, ove sconfiggendo qualche diritto inviolabile si e’ giunti a sostituire la forza della giustizia.
Qui e solo qui,deve essere cercato il segreto delle rivoluzioni e la caduta degli imperi.
Se osserviamo la fortuna degli uomini felici, secondo il parere della gente; quella fortuna che, e’ stata raggiunta con l’inganno e l’ingiustizia illude i volgari, e per quanto facciano i cosi detti uomini felici, la loro fortuna non avrà che un’esistenza passeggera.
Poiché la Provvidenza Cari Fratelli, sorveglia anche più del grande Sir Isaac Newton.
Don. Renzo Pampalon
Cancelliere del Gran Priorato Melitense
Ordine di San Giovanni di Gerusalemme