mercoledì 17 marzo 2010

DON RENZO PAMPALON : DIGNITATIS HUMANAE LIBERTA DI CULTO ECUMENICO DEL PRIORATO MELITENSE DEL SOVRANO ORDINE DI SAN GIOVANNI DI GERUSALEMME

DIGNITATIS HUMANAE
IL DIRITTO DELLA PERSONA UMANA
E DELLE COMUNITÀ ALLA LIBERTÀ SOCIALE
E CIVILE IN MATERIA DI RELIGIONE

Nell'età contemporanea gli esseri umani divengono sempre più consapevoli della
propria dignità di persone e cresce il numero di coloro che esigono di agire di loro
iniziativa, esercitando la propria responsabile libertà, mossi dalla coscienza del
dovere e non pressati da misure coercitive. Parimenti, gli stessi esseri umani
postulano una giuridica delimitazione del potere delle autorità pubbliche, affinché
non siano troppo circoscritti i confini alla onesta libertà, tanto delle singole persone,
quanto delle associazioni. Questa esigenza di libertà nella convivenza umana riguarda
soprattutto i valori dello spirito, e in primo luogo il libero esercizio della religione
nella società. Considerando diligentemente tali aspirazioni, e proponendosi di
dichiarare quanto e come siano conformi alla verità e alla giustizia, il Priorato Melitense del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta, essendo un Cavalierato Ecumenico (che accetta nelle proprie file, ogni essere umano che creda in Dio, qualunque nome essi diano al loro Supremo o Dio).
Il Priorato Melitense dell’Ordine Sovrano di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta professa che Dio stesso ha fatto conoscere al genere umano la via attraverso la quale gli uomini, servendolo, possono trovare salvezza e pervenire alla beatitudine. Tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne il proprio credo, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanervi fedeli.
Il Priorato Melitense del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta, professa che questi doveri attingono e vincolano la coscienza degli uomini, e che la verità non si impone che per la forza della verità stessa, la quale si diffonde nelle menti in modo soave.
E poiché la libertà religiosa, che gli esseri umani esigono nell'adempiere il dovere di onorare Iddio, riguarda l'immunità dalla coercizione nella società civile, essa deve lasciare intatto il dovere morale dei singoli e delle società verso la loro religione, o credo (in qualsiasi modo lo si voglia chiamare).
Inoltre il Priorato Melitense del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta, trattando questa libertà religiosa, si propone di sviluppare ed ampliare il diritto inviolabile della persona all'ordinamento giuridico della società.

ASPETTI GENERALI DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA
Oggetto e fondamento della libertà religiosa
Il Priorato Melitense del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme Cavalieri di Malta, dichiara che ogni persona ha il diritto alla libertà religiosa.
Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni
dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia
potere umano, così ché in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua
coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa:
privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata.
Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità dell’essere umano.
Questo diritto dell’essere umano alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e
sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico d’ogni Stato.
A motivo della loro dignità, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate
di ragione e di libera volontà e dunque investiti di personale responsabilità, sono spinti dalla loro stessa natura a cercare la verità.
E sono pure tenuti ad aderire alla verità.
Una volta conosciuta la loro verità normalmente dovrebbero essere tenuti ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze.
Ad un tale obbligo, però, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo rispondente alla loro natura, se non godono della libertà psicologica e nello stesso tempo dell'immunità dalla coercizione esterna.
Il diritto alla libertà religiosa non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura.



Libertà religiosa e rapporto dell'uomo con Dio
L'uomo coglie e riconosce gli imperativi della legge divina attraverso la sua
coscienza. Non si deve quindi costringerlo ad agire contro la sua coscienza. E
non si deve neppure impedirgli di agire in conformità ad essa, soprattutto in campo
religioso. Infatti l'esercizio della religione, per sua stessa natura, consiste anzitutto in
atti interni volontari e liberi, con i quali l'essere umano si dirige verso il proprio Dio: e tale scelta (qualsiasi essa sia) non può essere condannata o proibita da nessuna autorità meramente umana.
Quindi le autorità civili, il cui fine proprio è di attuare il bene comune temporale, deve rispettare e favorire la vita religiosa dei cittadini.

La libertà dei gruppi religiosi
La libertà religiosa che compete alle singole persone, compete ovviamente ad esse
anche quando agiscono in forma comunitaria. I gruppi religiosi, infatti, sono postulati
dalla natura sociale tanto degli esseri umani, quanto della stessa religione.
A tali gruppi, pertanto, posto che le giuste esigenze dell'ordine pubblico non siano
violate, deve essere riconosciuto il diritto di essere immuni da ogni misura coercitiva
nel reggersi secondo norme proprie, nel prestare alla suprema divinità il culto
pubblico, nell'aiutare i propri membri ad esercitare la vita religiosa, nel sostenerli con
il proprio insegnamento e nel promuovere quelle istituzioni nelle quali i loro membri
cooperino gli uni con gli altri ad informare la vita secondo i principi della propria
religione.
Parimenti ai gruppi religiosi compete il diritto di non essere impediti con leggi o con
atti amministrativi del potere civile di scegliere, educare, nominare e trasferire i
propri ministri, di comunicare con le autorità e con le comunità religiose che vivono
in altre regioni della terra, di costruire edifici religiosi, di acquistare e di godere di
beni adeguati. I gruppi religiosi hanno anche il diritto di non essere impediti di
insegnare e di testimoniare pubblicamente la propria fede, a voce e per scritto.
Inoltre la libertà religiosa comporta pure che i gruppi religiosi non siano
impediti di manifestare liberamente la virtù singolare della propria dottrina
nell'ordinare la società e nel vivificare ogni umana attività. Infine, il carattere
sociale della natura umana e della stessa religione si fonda il diritto in virtù del quale
gli esseri umani, mossi dalla propria convinzione religiosa, possano liberamente
riunirsi e dar vita ad associazioni educative, culturali, caritative e sociali.

DON RENZO PAMPALON: DIGNITATIS HUMANAE ECUMENISMO DEL PRIORATO MELITENSE in lingua Romena



DIGNITATIS HUMANAE

DREPTUL FIINŢEI UMANE
ŞI AL COMUNITĂŢILOR LA LIBERTATE SOCIALĂ ŞI CIVILĂ
ÎN CEEA CE PRIVEŞTE RELIGIA


Oamenii devin din ce în ce mai conştienţi de propria lor demnitate umană iar numărul celor care doresc să acţioneze din proprie iniţiativă creşte, făcându-i în acest fel să-şi exercite propria libertate responsabilă, mişcaţi fiind de conştiinţa datoriei şi nu presaţi de măsuri coercitive. De asemenea, oamenii cer o delimitare juridică a puterii autorităţilor publice, pentru a nu îngrădi libertatea individuală şi cea colectivă. In convieţuirea umană, această nevoie de libertate priveşte valorile spiritului dar mai ales liberul exerciţiu al religiei în societate. Luând în consideraţie aceste aspiraţii şi propunându-şi să declare cât de importante sunt conceptele de adevăr şi justiţie, „Prioratul Melitense”, în calitate de cavalierat ecumenic acceptă în rândurile sale orice fiinţă umană care crede în Dumnezeu, oricare ar fi numele pe care i l-ar da.
„Prioratul Melitense” al Ordinului Suveran Sfântul Ioan din Ierusalim - Cavalerii de Malta, susţine că Dumnezeu însuşi le-a arătat oamenilor calea pe care aceştia - servindu-l - pot găsi salvarea şi pot atinge fericirea. In acest sens, oamenii trebuie să caute adevărul, mai ales în ceea ce priveşte Supremul şi pe masură ce ajung la adevăr şi il cunosc, să-i rămână credincios.
„Prioratul Melitense” susţine că aceste datorii ajung şi constrâng conştiinţa oamenilor şi că adevărul nu se impune decât prin forţa adevărului însuşi, care astfel pătrunde mai uşor în minţile lor. De asemenea „Prioratul Melitense”, tratând această libertate religioasă, îşi propune să dezvolte şi să mărească dreptul inviolabil al persoanei la reglementarea juridică a societăţii.


ASPECTE GENERALE ASUPRA LIBERTĂŢII RELIGIOASE

Obiectul şi fundamentul libertăţii religioase

„Prioratul Melitense” declară că fiecare persoană are dreptul la libertate religioasă. Substanţa unei astfel de libertăţi este că oamenii trebuie să fie imuni la coerciţia din partea unor anumiţi indivizi, grupuri sociale sau orice altă putere umană, astfel încât, în ceea ce priveşte religia, nimeni să nu fie forţat să acţioneze împotriva conştiinţei sale si nici să nu fie împiedicat - în afara limitelor cuvenite - să acţioneze conform acesteia: în particular sau în mod public, individual sau asociat. Dreptul la libertatea religioasă se bazează doar pe demnitatea individului. Acest drept, al fiinţei umane la libertate religioasă, trebuie să fie cunoscut şi confirmat ca drept civil în ordinul juridic al oricărui stat.
Pentru libertatea lor, toate fiinţele umane, în calitatea lor de oameni, dotaţi cu raţiune şi liberă voinţă şi investiţi cu responsabilitate personală, împinşi de natura umană, vor căuta adevărul şi vor adera la adevăr. O dată cunoscut adevărul, ar trebui să-şi ordoneze toată viaţa conform exigenţelor sale. La o astfel de cerinţă, însă, oamenii nu sunt în stare să răspundă, conform naturii lor, dacă nu se bucură de libertate psihologică şi în acelaşi timp de imunitate la coerciţia exterioară. Dreptul la libertatea religioasă nu se bazează deci pe o dispoziţie subiectivă a persoanei, ci pe insăşi natura umană.

Libertatea religioasă şi relaţia omului cu Dumnezeu

Omul primeşte şi recunoaşte imperativele legii divine prin intermediul conştiinţei sale. Prin urmare, nu trebuie constrâns să acţioneze împotriva propriei conştiinţe dar nici conform acesteia, mai ales în domeniul religios. De fapt, exerciţiul religiei, prin însăşi natura sa, constă mai ales în acte voluntare intrinseci şi libere cu care omul se îndreaptă către propriul Dumnezeu; această alegere (oricare ar fi ea) nu poate fi condamnată sau interzisă de nici o autoritate umană. Autorităţile civile, al căror scop este tocmai de a înfăptui binele comun, trebuie să respecte şi să favorizeze viaţa religioasă a cetăţenilor.

Libertatea grupurilor religioase

Libertatea religioasă priveşte fiecare persoană în parte şi atunci când acţionează în formă comunitară. Grupurile religioase sunt cerute de natura socială atât a oamenilor, cât şi a religiei însăşi. Acestor grupuri - atâta vreme cât exigenţele corecte ale ordinului public nu sunt violate - trebuie să le fie recunoscut dreptul de a fi imune la orice măsură coercitivă în: conducerea după norme proprii, în venerarea divinităţii supreme, în ajutarea propriilor membri să ducă o viaţă religioasă, în susţinerea acestora cu propria ştiinţă şi în promovarea acelor instituţii în care membrii acestora cooperează unii cu ceilalţi pentru modelarea vieţii după principiile propriei religii.
De asemenea, grupurilor religioase le revine dreptul se a nu fi împiedicate prin legi şi acte administrative de către puterea civilă; le revine dreptul să aleagă, să educe, să numească şi să transfere proprii susţinători; le revine dreptul să comunice cu autorităţile şi comunităţile religioase care locuiesc în alte regiuni; le revine dreptul să construiască edificii religioase, să achiziţioneze sau să se folosească de bunuri adecvate. Grupurile religioase au de asemenea dreptul de a nu fi împiedicate să-şi propovăduiască şi să-şi mărturisească public propria credinţă, prin viu grai sau în scris. Libertatea religioasă presupune ca grupurile religioase să nu fie împiedicate să-şi manifeste liber virtutea deosebită a doctrinei lor, în orânduirea societăţii şi în însufleţirea oricărei activităţi umane.
Dreptul în baza căruia oamenii, mişcaţi de propria convingere religioasă, se pot întâlni liber şi pot da naştere unor asociaţii educative, culturale, caritabile şi sociale se întemeiază pe caracterul social al naturii umane şi al religiei însăşi

lunedì 15 marzo 2010

Don Renzo Pampalon: CODICE COMPORTAMENTALE DI OGNI CAVALIERE


Codice Comportamentale di ogni Cavaliere


I princìpi e i contenuti del presente codice costituiscono specificazioni esemplificative degli obblighi di diligenza, lealtà e imparzialità, che qualificano il corretto comportamento di un Cavaliere
Il Cavaliere conforma la sua condotta al dovere costituzionale di servire esclusivamente l’Ordine con disciplina ed onore e di rispettare i princìpì di buon andamento e imparzialità.

Il Cavaliere mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di interessi con l’Ordine di appartenenza. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine dell’ Ordine.

Il Cavaliere usa e custodisce con cura mantello e Onori di cui dispone solo per motivi comandati dall’ Ordine e non utilizza a fini privati.

Il comportamento del Cavaliere deve essere tale da stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione tra i tutti gli appartenenti all’ Ordine.

Il Cavaliere non chiede, per sé o per altri, né accetta, neanche in occasione di festività, regali o altre utilità salvo quelli d'uso di modico valore, da soggetti che abbiano tratto o comunque possano trarre benefici da decisioni o attività inerenti all’ Ordine

Nel rispetto della disciplina vigente del diritto dell’ Ordine, il Cavaliere comunica all’ Ordine di appartenenza la propria adesione ad associazioni ed organizzazioni, anche a carattere non riservato, i cui interessi siano coinvolti dallo svolgimento dell'attività, salvo che si tratti di partiti politici.

Il Cavaliere non costringe altri appartenenti all’ Ordine ad aderire ad associazioni ed organizzazioni, né li induce a farlo promettendo vantaggi di carriera.

Il Cavaliere non sfrutta la posizione che ricopre nell' Ordine per ottenere utilità che non gli spettino. Nei rapporti privati, in particolare con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, non menziona né fa altrimenti intendere, di propria iniziativa, tale posizione, qualora ciò possa nuocere all'immagine dell'Ordine stesso.

Il Cavaliere in diretto rapporto con il pubblico presta adeguata attenzione alle domande di ciascuno e fornisce le spiegazioni che gli siano richieste in ordine al comportamento proprio e di altri Cavalieri dell'Ordine.

il Cavaliere si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'Ordine

.Il Cavaliere tiene informato L’ Ordine dei propri rapporti con gli organi di stampa discutendone preventivamente prima di ogni iniziativa pubblica.

Il Cavaliere non prende impegni né fa promesse in ordine a decisioni o azioni proprie o altrui inerenti all' Ordine, se ciò possa generare o confermare sfiducia nella struttura o nella sua indipendenza ed imparzialità.

Nella redazione dei testi scritti e in tutte le altre comunicazioni il Cavaliere adotta un linguaggio chiaro e comprensibile.

Nella stipulazione di contratti per conto dell'Ordine, il Cavaliere non ricorre a mediazione o ad altra opera di terzi, né corrisponde o promette ad alcuno utilità a titolo di intermediazione, né per facilitare o aver facilitato la conclusione o l'esecuzione del contratto.


Il Cavaliere Osserva la costituzione del sovrano ordine di San Giovanni di Gerusalemme
il Cavaliere Osserva e rispetta tutto ciò gli venga detto o impartito da tutti i Dignitari dell'Ordine.
Il Cavaliere deve essere attento e osservante allo scopo nobile dell’Ordine, e deve attenersi alle sue regole

Il Cavaliere adempie a tutte le obbligazioni inerenti ai diritti e doveri del proprio status

Il Cavaliere deve sostenere e difendere la parola data

Il Cavaliere deve sostenere e difendere il prestigio dell'Ordine Cavalleresco al quale appartiene

Il Cavaliere deve prodigarsi in aiutare i più deboli, gl’indifesi ed i bisognosi senza discriminazione alcuna.

Il Cavaliere durante le cerimonie deve assumere atteggiamenti all’altezza della situazione, rispettoso dei dignitari del maestro e di tutti i confratelli

Il Cavaliere anche dopo la cerimonia può smettere il mantello solo dopo essersi accertato che i dignitari lo abbiano fatto, dopo averlo tolto lo adagerà sul braccio sinistro o sullo schienale della sedia facendo attenzione e sistemandolo in modo da rendere ben visibile la croce ad otto punte che ci contraddistingue e alla quale ha giurato fedeltà

Il Cavaliere indossa i propri paramenti con onore, indossandoli come si deve, griffati il più possibile al collo

Il Cavaliere e’ tenuto a riconoscere i gradi dei Dignitari per evitare spiacevoli imbarazzi

sabato 13 marzo 2010

Don Renzo Pampalon ha collaborato profiquamente con O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanita')





Egregio Dr. Giovanni Alfonsini, dopo quanto mi ha scritto, sulla sua attivita di volontariato, mi e' parso piu' che giusto accontenta (anche se solo in parte), inserendo il documento sovvrastante.
La mia attiva collaborazione con 'O.M.S. e' tutt'ora in essere, soprattutto verso alcuni Paesi Africani attraversati dal fiume Niger.


mercoledì 10 marzo 2010

Monsignor Eusebio Santo Pace e Pampalon Renzo

MONSIGNOR EUSEBIO SANTO PACE


PARTENDO DALLA DESTRA: MONSIGNORE EUSEBIO SANTO PACE, S.E. GIUSEPPE MORABITO, IL SOTTOSCRITTO E IL PROFESSORE RUSO DELL'O.M.S.



MONSIGNORE EUSEBIO SANTO PACE ED IL SOTTOSCRITTO


Egregio Dr. Alfonsini, come le avevo promesso nel blog di ieri, ho ritrovato alcune fotografie di Sua Eminenza Monsignor Eusebio Pace, e oggi avendone ritrovate alcune soddifo la sua richiesta.

Queste foto risaldono ad una decina di anni addietro, ma Monsignore Eusebio (da quanto mi e' stato riferito) ancor oggi non e' cambiato molto.

martedì 9 marzo 2010

Don Renzo Pampalon: risposta al Dottore Giovanni Alfonsini in merito a Sua Eminenza Monsignor Santo Eusebio Pace


Egregio Dr. Giovanni Alfonsini, per primissima cosa la ringrazio per l'elogio che mi ha rivolto, secondariamente le posso assicurare che ho conosciuto benissimo Sua Eminenza Monsignor Santo Eusebio Pace, infatti ho collaborato con lui per alcuni anni nell'aiuto d'ogni genere a strutture d'anziani e bambini bisognosi, in vari Paesi Europei, Africani e Sud Americani, ed a prova di quanto le sto comunicando, allego un documento rilasciatomi da Sua Eminenza consegnatomi alcuni anni or sono. Per le foto che lei mi chiede, devo comunicarle che attualmente non le ho con me', comunque posso assicurarla che a breve le cerchero' e inseriro' sul blog.